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Primi effetti delle misure emergenziali per il Covid-19


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Il ridursi dei prelievi sulla rete, assieme alla persistente debolezza delle quotazioni del gas e all’aumento dell’offerta in esportazione verso l’Italia, impattano sui prezzi

L’ulteriore caduta della domanda che si è verificata nell’ultima settimana, con una contrazione dell’1,21% sulla precedente e del 3% su quella corrispondente del 2019, non può essere ricondotta alle ripercussioni sulle economie europee, ed in specie su quella italiana, del rallentamento dell’economia cinese sotto i contraccolpi del Coronavirus.


Troppo breve l’intervallo di tempo intercorso, perché si possano già avvertire le conseguenze della brusca frenata del Dragone giallo. Queste indubbiamente vi saranno, con una riduzione dell’export italiano verso l’Oriente, ma ne avremo piena contezza solo tra qualche settimana.


I prezzi risentono sia del ridursi dei prelievi sulla rete, sia delle aspettative di ulteriori contrazioni ed insieme della persistente debolezza delle quotazioni del gas. Il PSV è sotto gli 11 €/MWh e soprattutto il TTF (a cui sono legati molti contratti gas) è a 9,25 €/MWh, con un differenziale che sostanzialmente corrisponde ai costi del trasporto internazionale.


Ricordiamo ancora, per completare il quadro dei fattori che determinano il prezzo all’ingrosso, che il calo della domanda non ha interessato solo l’Italia, ma, anche se per ragioni diverse, più legate al fattore climatico ed all’indebolirsi della congiuntura economica, tutta l’Europa continentale, con un aumento quindi dell’offerta in esportazione verso l’Italia, che ha mitigato i prezzi nella zona Nord e compensato la minore produzione eolica al Sud. Il combinarsi di questi diversi elementi ha così indotto un nuovo calo del PUN dell’1,7%, portandolo a 38,39 €/MWh.


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