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Consumi elettrici in ripresa ma si aspetta l’impatto sui prezzi


Nuovo minimo storico del Pun, anche se è attesa una risalita nei prossimi giorni

Nuovo minimo storico per il PUN, precipitato nella media settimanale a 20,70 €/MWh, con l’indice Energy Advisors anch’esso ad un nuovo record negativo a 39,89.

Non è stato sufficiente l’avvio della Fase 2, con la riapertura di larga parte delle attività produttive, in specie di quelle manifatturiere a rianimare i prezzi, anche se a partire dal 4 maggio il trend è cambiato e dovremmo quindi avere una risalita nei prossimi giorni, in linea con un più generale andamento europeo che vede ovunque una ripresa dei consumi ed un rialzo dei prezzi.

Quanto alla domanda i valori settimanali sono inficiati dalla festività del 1 maggio, che smorza la significatività del confronto, sia con la settimana precedente, sulla quale si ha una sostanziale stabilità, sia con la corrispondente settimana dello scorso anno, rispetto alla quale si registra ancora un calo del 17,47%.

Più rappresentativi della nuova situazione ci sembrano i dati che si ricavano dai prelievi sulla rete di mercoledì 6 maggio, pari a 32.400 MW, contro i 37.400 MW di mercoledì 8 maggio 2019. Con la prima uscita dal lockdown la contrazione dei consumi si è praticamente dimezzata, passando da un 23-24% al 12,3%.


Un recupero che però, come si è visto, solo negli ultimi giorni è riuscito a riflettersi nei prezzi, che rimangono comunque deboli, poco al di sopra dei 20 €/MWh in Francia ed in Germania e sui 25 €/MWh in Italia.

Con una domanda ancora estremamente debole, abbondanza di rinnovabili portate sul mercato all’ingrosso a prezzo zero, un gas che sul TTF è sotto ai 6 €/MWh (ed a poco più di 7 €/MWh sul PSV) il base load non può spuntare prezzi più alti e d’altra parte per gli operatori non è questo oggi il problema principale.

In teoria infatti lo spark spread unitario rimane positivo, anche se si applica ad un volume ridotto di produzione, con una caduta quindi della marginalità complessiva.


Questa contrazione dei margini è però in gran parte (e per taluni in toto) compensata dai maggiori volumi trattati sul MSD a corrispettivi in crescita e quindi sul versante produzione gli effetti negativi della crisi pandemica sono relativamente contenuti, pur scontando tutti i costi legati alla riorganizzazione logistica delle attività.

I guai veri vengono a valle, nella vendita, sia ai clienti finali, sia e forse ancor più ai reseller. La crisi di liquidità che investe tutte le attività messe in quarantena, in specie quelle che ancora non possono riaprire, sta infatti risalendo a monte e diventa il vero problema anche del sistema elettrico.

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